Centrale rischi: cos’è e come funziona
Quando si legge qualche articolo o si partecipa ad una discussione incentrata sul grande tema dei finanziamenti non è affatto difficile imbattersi nei termini centrale rischi: insomma, tutti ne hanno sentito parlare, ma in pochi sanno veramente cos’è e come funziona. Il nome incute abbastanza timore, ma se volessimo dare un rapida definizione potremmo definire la centrale rischi come quel servizio attraverso il quale Banca d’Italia fornisce agli istituti di credito e agli intermediari finanziari le informazioni relative allo stato di indebitamento della loro clientela.
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Cos’è la centrale rischi e a cosa serve
L’argomento merita di essere approfondito, quindi cerchiamo di non fermarci alla precedente definizione ed entriamo più nel dettaglio per capire davvero cos’è e come funziona la centrale rischi. Innanzi tutto bisogna dire che si tratta di un archivio: lo gestisce direttamente Banca d’Italia, che si occupa della raccolta dei dati relativi all’indebitamento nei confronti del sistema bancario da parte dei clienti. Il miglioramento della qualità del credito del sistema bancario e la conseguente maggiore stabilità del sistema creditizio sono gli obiettivi di fondo che hanno portato alla creazione della centrale rischi. La sua importanza per le banche (e di riflesso per la loro clientela) è fondamentale: le informazioni contenute nell’archivio offrono agli istituti di credito dei dati oggettivi di valutazione della situazione di ogni cliente, quindi la loro incidenza sulle decisioni relative alla concessione, alla revoca o alla conferma di un finanziamento è elevatissima. L’archivio viene aggiornato con cadenza mensile, ma se si presentano degli eventi particolari l’aggiornamento può avvenire nel giro di pochi giorni.
A proposito di aggiornamento: le informazioni contenute nella centrale rischi sono trasmesse dalle stesse banche che ogni mese inviano i dati alla Banca d’Italia. Possono segnalare solo le banche che hanno un rischio superiore ai 30.000 euro nei confronti di un diretto interessato (persona fisica o giuridica), mentre non ci sono limiti per le segnalazioni di importi a sofferenza o per il giro a perdita di somme già a sofferenza. I dati inviati a Banca d’Italia vengono resi disponibili entro il giorno 10 del secondo mese successivo a quello di riferimento: vengono inviati gli aggiornamenti alle banche segnalanti e le informazioni vengono messe a disposizione delle banche che vogliono saperne di più sui loro nuovi clienti (che devono dare consenso). Attenzione però, la consultazione dei dati della centrale rischi non è permessa solo alle banche: anche i clienti possono fare una richiesta inviando un messaggio via PEC a Banca d’Italia; le persone fisiche possono accedere alle informazioni che li riguardano, mentre i dati relativi alle persone giuridiche possono essere richiesti dal legale rappresentante, dai soggetti muniti di delega o procedura, dal curatore fallimentare, dai revisori contabili, dai soci delle Srl e dai soci con responsabilità illimitata.
Le centrali rischi private
Fin qui abbiamo parlato della centrale rischi pubblica, ovvero quella gestita da Banca d’Italia; in realtà ne esistono anche in forma privata, chiamate Sistemi di Informazioni Creditizie SIC. Non sono altro che delle banche dati private che possono essere consultate dai vari istituti di credito per poter decidere se concedere o meno il prestito al soggetto che ne ha fatto richiesta. Tutte le informazioni di questi sistemi devono essere gestiti in modo centralizzato da un ente, un’associazione o una persona giuridica e possono essere consultate solo dai soggetti che le inviano i dati o che volontariamente aderiscono al sistema.
Come funziona: chi viene segnalato e come cancellarsi
La centrale rischi è quindi uno strumento sfruttato dalle banche per avere un quadro preciso sull’affidabilità creditizia del potenziale cliente e in base alle informazioni che ricava decide se accogliere o respingere la domanda di finanziamento. A questo punto è interessante capire chi e per quale motivo viene segnalato. Non corre alcun pericolo chi si è sempre dimostrato puntuale e affidabile nei pagamenti, questo è chiaro: nella centrale rischi si possono trovare i dati relativi ai cosiddetti cattivi pagatori, ovvero coloro che in passato si sono dimostrati insolventi o hanno effettuato dei pagamenti in ritardo; ovviamente chi non ha una storia creditizia impeccabile farà decisamente più fatica a farsi concedere un prestito. Nel database delle centrali rischi private sono registrati i ritardi dei pagamenti rateali dei finanziamenti in corso, i mancati pagamenti rateali dei finanziamenti passati e le richieste di prestito rifiutate, mentre in quella pubblica di Banca d’Italia, come detto, possono essere segnalati solo i soggetti che hanno un indebitamento complessivo non inferiore ai 30.000 euro.
Ovviamente l’inserimento nella lista dei cattivi pagatori non è un marchio a fuoco indelebile: i dati vengono conservati nel registro per dei precisi periodi predefiniti: il tempo che passa prima della cancellazione varia in base alla gravità e al tipo di insolvenza; per quanto riguarda i SIC la cancellazione relativa al mancato pagamento di massimo due rate avviene 12 mesi dopo la regolarizzazione della posizione, serve il doppio del tempo nel caso in cui il ritardo sia relativo a più di due rate, mentre servono 36 mesi dal momento della cessazione del contratto di finanziamento se ci sono dei pagamenti non regolarizzati. Non c’è possibilità di ottenere la cancellazione prima delle scadenze stabilite. Per la centrale rischi pubblica invece gli istituti di credito sono tenuti a non segnalare più il soggetto se il finanziamento è estinto o se il suo indebitamento scende sotto i 30.000 euro, ma in ogni caso i dati resteranno consultabili per 36 mesi.
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