Perché un prestito viene rifiutato?
Perchè un prestito personale viene rifiutato? Oggi le banche e le finanziarie erogano finanziamenti solo a determinate condizioni. Scordiamoci i tempi passati dove ottenere una somma di denaro era alla portata di tutti. Oggi solo avendo una busta paga, o una pensione o una solida situazione patrimoniale è possibile accedere al credito. Non a caso lo strumento più utilizzato è quello della cessione del quinto dello stipendio.
In questa guida scopriremo perchè accade che il tuo finanziamento viene rifiutato e quali sono le strategie per evitare che ciò accada.
Può succedere che quando si richiedere un prestito personale questo venga rifiutato, il più delle volte il richiedente resta perplesso e non riesce a capire cosa ha portato l’istituto bancario o finanziario a rifiutare la pratica. Questo avviene perchè la comunicazione con la banca non è sempre semplice, specialmente quando si devono affrontare tematiche legati alle erogazioni dei finanziamenti che possono essere influenzate da fattori di natura complessa.
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Cerchiamo di capire, quindi, perchè un finanziamento può essere rifiutato dall’istituto di credito e cosa può fare un cliente per evitarlo così da risparmiare tempo e denaro, riuscendo ad ottenere liquidità velocemente.
Per quali motivi un prestito viene rifiutato?
La sua mancata erogazione solitamente è legata a diversi aspetti, tra cui l’insufficienza della capacità di rimborso del soggetto che richiedere il prestito. In linea di massima bisogna dimostrare di avere un reddito sufficiente a garantire il pagamento della rata di rimborso. Per convenzione banche e finanziarie non concedono finanziamenti la cui rata superi il 30% del proprio reddito mensile. Questo significa che se guadagni 1000 euro al mese la rata del prestito non può essere superiore a 330 euro circa. Ovviamente sono privilegiate le cessioni del quinto in particolare a pensionati e dipendenti pubblici. In questi casi si può arrivare anche al 40% di rapporto rata reddito.
Il prestito viene rifiutato se la persona che lo richiede ha già altri contratti di finanziamento aperti che impegnano più di un terzo del reddito, questo per evitare possibili situazioni di indebitamento eccessivo, si tratta di una sorta di atto di responsabilità della banca per evitare di mettere il cliente in una situazione insostenibile.
Altro motivo di rifiuto del prestito è il mancato pagamento di rate di finanziamenti passati o protesti che hanno portato ad una segnalazione negativa da parte delle banche nel registro crif.
Gli enti che erogano il prestito possono consultare in qualunque momento le banche dati private o la Centrale Rischi della Banca d’Italia, in questo caso, prima che un soggetto venga inserito, dovrà essere informato e aver concesso per iscritto l’autorizzazione al suo inserimento.
Da tener presente che nella maggior parte dei casi l’autorizzazione all’ interrogazione delle banche dati è inserita nel contratto di richiesta del prestito e che quindi il richiedente approva automaticamente il suo inserimento.
Se il prestito viene negato, la banca o l’ente che l’ha rifiutato è tenuto ad informare il cliente delle motivazioni che hanno portato alla negazione, evidenziando anche le informazioni negative trovate nelle banche dati dei cattivi pagatori.
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