Prestiti per dipendenti di società municipalizzate
In Italia risultano esserci quasi 8.000 aziende municipalizzate, cioè con un controllo totale o parziale da parte dello Stato o di organi provinciali come Comuni e Regioni, come ad esempio Atac S.p.a., Poste Italiane, o Atm S.p.a.., che contano oltre 250.000 dipendenti. I dipendenti delle aziende municipalizzate sono a tutti gli effetti dei dipendenti pubblici e come tali possono accedere a tutta una serie di prestiti agevolati ed in convenzione, come la cessione del quinto, i prestiti personali o i piccoli prestiti.
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Essendo le loro aziende controllate dal settore pubblico le banche e le finanziarie concedono prestiti e finanziamenti con facilità, vista la difficoltà nel perdere il lavoro e la sicurezza dello stesso, che rappresentano una garanzia fondamentale per gli istituti di credito.
Contenuti
Cessione del quinto per municipalizzati
I dipendenti delle municipalizzate possono richiedere la cessione del quinto, uno speciale prestito personale non finalizzato che può essere richiesto anche in presenza di problemi legati ai pagamenti, come segnalazioni ai Crif o protesti.
La cessione del quinto è caratterizzata dal fatto che la vera garanzia per le banche e le finanziarie è rappresentata dal datore di lavoro, che dopo l’accordo tra le parti provvede al pagamento delle rate tramite trattenuta diretta sullo stipendio del proprio dipendente.
L’importo richiedibile è vincolato dalla quota cedibile, che non può superare il 20% dello stipendio per una durata massima di 120 mesi. Il tasso d’interesse è fisso e spesso viene offerto con condizioni inferiori alle medie di mercato. Tra i costi del prestito bisogna contare la sottoscrizione di una polizza assicurativa obbligatoria sulla vita e contro l’eventuale perdita del lavoro, che viene ripartita all’interno della rata mensile all’interno del TAEG.
In caso di estinzione anticipata è necessario pagare una penale dell’1% dell’importo rimanente da rimborsare. Per richiedere la cessione del quinto bisogna avere un contratto di lavoro a tempo indeterminato con un’anzianità di servizio di almeno 3 mesi, oppure un contratto a tempo determinato con una durata di almeno 36 mesi e 24 alla scadenza.
In questo caso la durata del prestito non può superare il termine del contratto. La documentazione necessaria per richiederla è il proprio documento d’identità, il codice fiscale e l’ultima busta paga, mentre in alcuni casi come per i contratti a tempo determinato, può essere richiesto il TFR a garanzia del prestito, il Cud o la firma di un garante.
Prestito personale per dipendenti aziende partecipate
I dipendenti delle aziende municipalizzate possono inoltre richiedere un prestito personale tramite la propria busta paga, con un contratto a tempo indeterminato. In questo caso l’importo richiedibile non è vincolato alla quota cedibile ma alla valutazione dell’istituto di credito. Il tasso d’interesse è fisso e la durata può andare da 12 fino ad un massimo di 120 mesi, inoltre non è necessario sottoscrivere una polizza assicurativa.
Il prestito personale può essere finalizzato o non finalizzato, ma nel primo caso è necessario presentare il contratto d’acquisto del bene o il preventivo di spesa dei lavori da effettuare. Inoltre con i prestiti personali finalizzati è possibile riuscire ad ottenere un tasso d’interesse più vantaggioso e dei costi minori, oltre alla possibilità di richiederli anche con un contratto a tempo determinato, purché la durata del prestito non superi quella del contratto.
Per richiedere un prestito personale bisogna presentare il proprio documento d’identità, il codice fiscale, l’ultima busta paga ed il Cud o Unico. Richiedendo poi un prestito personale online è possibile riuscire a risparmiare qualcosa sui costi, oltre che ridurre i tempi d’attesa.
Con i prestiti personali la presenza di segnalazioni come cattivi pagatori, protesti o pignoramenti potrebbero creare problemi per la concessione del prestito, e potrebbe essere necessario in questi casi ricorrere alla firma di un garante o ad una garanzia alternativa immobile o mobile.
Piccoli finanziamenti per lavoratori municipalizzati
I dipendenti delle municipalizzate iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni sociali e creditizie, tramite il pagamento del contributo dello 035% con trattenuta in busta paga, possono richiedere un piccolo prestito direttamente all’INPS. Si tratta di piccoli prestiti per far fronte a delle evenienze improvvise, da restituire in breve termine, effettuando la domanda presso la propria amministrazione che provvederà ad inviarla per via telematica all’INPS.
Il tasso d’interesse applicato è agevolato, formato da un TAN, tasso annuale nominale del 4,25%, uno 0,5% per le spese di amministrazione ed un’aliquota variabile dallo 0,17 al 2,28% in base alla durata del prestito ed all’età del richiedente.
Gli importi richiedibili vanno da una mensilità fino ad un massimo di 4, rimborsabili da 12 mesi fino a 48. In caso non si abbiano già altri prestiti in corso né situazioni di problemi legati ai pagamenti dei prestiti precedenti, è possibile raddoppiare le mensilità richiedibili senza aumentare la durata del prestito.
CONCLUSIONI
I dipendenti delle aziende municipalizzate possono richiedere prestiti tramite le forme agevolate dedicate ai dipendenti pubblici. Nel caso si abbiano delle segnalazioni come cattivi pagatori è possibile usufruire della cessione del quinto o dei piccoli prestiti, limitando però l’importo richiedibile alla quota cedibile del 20% dello stipendio.
Invece per richiedere importi maggiori o finalizzati per esempio all’acquisto di un’auto o ad una ristrutturazione edilizia, è possibile rivolgersi a banche e finanziarie per un prestito personale finalizzato o non. La garanzia fornita dai dipendenti delle municipalizzate è proprio la loro busta paga che, vista la solidità e la credibilità del loro datore di lavoro, costituisce una forte garanzia per le banche sul rimborso del prestito.
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